domenica 13 ottobre 2019

Varicocele intervento mininvasivo con embolizzazione

Il varicocele è una dilatazione delle vene al di sopra del testicolo sinistro nelle quali si registra una inversione del flusso. 
I primi segnali di varicocele si hanno con l'inizio della pubertà, attorno ai 10 anni. 
All’età di 17 anni interessa il 20% dei maschi. La sua diffusione avviene pertanto durante lo sviluppo maschile. Non provocando dolori o disturbi il varicocele può rimanere misconosciuto per molti anni. In passato veniva scoperto in occasione della visita di leva ma questa opportunità è svanita. Oggi spesso viene scoperto quando la coppia non riesce ad avere figli in quanto è una delle principali cause di infertilità maschile. Infatti il varicocele può compromettere il normale sviluppo testicolare, quindi anche la maturazione degli spermatozoi, e causare infertilità. Ciò avviene in particolare durante lo sviluppo dell’adolescente, fase di massima crescita dei testicoli.
Il sospetto giunge dalla visione di uno scroto ingrandito spesso ad opera di un medico di medicina generale, di un pediatra o del paziente stesso. La diagnosi deve essere fatta con l'ecocolordoppler scrotale che permette anche la valutazione del volume testicolare e la velocità di reflusso nella vena. Eppure la conferma si ha solo con la flebografia radiologica. 
Nell’adulto era già noto che, a seguito di una diagnosi corretta, un intervento poteva permettere miglioramenti della concentrazione di testosterone, un aumento del volume del testicolo ed un miglioramento della qualità dello sperma. Spesso peraltro la diagnosi non veniva completata con la flebografia.
Un gruppo di ricerca in Andrologia Pediatrica e dell’Adolescenza coordinato dal Dr. Mario Mancini dell’Ospedale San Paolo di Milano in collaborazione con la Radiologia interventistica del Dr. Gianpaolo Carrafiello, ha scoperto che, dopo avere ottenuto una diagnosi certa con flebografia, operare tra 12 e 18 anni ragazzi affetti da varicocele e abbastanza maturi da effettuare uno spermiogramma ha più che raddoppiato il numero di spermatozoi nei 6 mesi successivi. Un gruppo di controllo di pari età non operato ha mantenuto invariato il numero di spermatozoi. 
Ancora più interessante e novità assoluta nella letteratura è l’osservazione  che i tubuli testicolari operati hanno aumentato la capacità di produrre spermatozoi a fronte di una riduzione in quelli non operati. Si è capito allora che non solo migliorava la sperma ma anche il testicolo lavorava di più. 
La tecnica mininvasiva è stata effettuata tramite iniezione di un mezzo di contrasto in vena seguita, tramite lo stesso accesso venoso, dall’iniezione di una sostanza sclerosante che ha chiuso la vena alterata.
La procedura, non chirurgica, è stata eseguita con doppio operatore radiologo-andrologo ed è del tutto priva di complicanze, cosa essenziale nel paziente pediatrico da 12 a 18 anni ma può essere impiegata anche nel paziente adulto. Non necessita di punti di sutura ed il paziente viene dimesso il giorno dopo e può tornare alle sue attività quotidiane evitando sforzi per alcuni giorni. 
Si aggiunge così, afferma il Dr. Mancini, un altro tassello per rimediare al dilagare dell’infertilità di coppia e arginare la diffusione delle fecondazioni in vitro da causa maschile. Qualora la diagnosi sia molto precisa, l’intervento effettuato in età precoce e con tecniche mininvasive può garantire un elevato miglioramento della capacità fertile.
Emerge ancora una volta l’importanza della prevenzione nel maschio giovane e la necessità di una figura di riferimento andrologica ed endocrinologica che accompagni la crescita del giovane uomo.   




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