domenica 3 maggio 2020

Bambini e giovani asintomatici sono stati o saranno veicolo di infezione COVID19 tra loro e nelle famiglie?


La trasmissione di coronavirus avviene per via aerea, fecale-orale o tramite i comuni oggetti della vita quotidiana ad esempio pulsanti dell’ascensore, rubinetti del bagno ecc. Si presume che SARS-CoV-2 si diffonda principalmente attraverso il contatto da persona a persona attraverso goccioline respiratorie generate da tosse e starnuti. Il virus è stato anche isolato da campioni di tazza del wc e lavandino e può essere trasportato dalle particelle di feci. 
Il virus può essere rilevato come aerosol per un massimo di tre ore, fino a 24 ore su cartone e fino a due o tre giorni su plastica e acciaio. 
Il virus SARS-CoV-2 è altamente contagioso, con un numero di casi medi generati da un soggetto infetto pari a circa 2,5.
Gli studi preliminari indicano che il 20-40% dei soggetti con infezione è asintomatico. Proprio uno studio italiano dimostra che i pazienti asintomatici hanno lo stesso potenziale di trasmissione del virus dei soggetti sintomatici. Il più ampio studio realizzato sulla popolazione pediatrica è invece cinese ed ha analizzato l’infezione in 2143 bambini da 1 mese a 18 anni con età media di 7 anni. Oltre il 50% di loro si è presentato con una sintomatologia molto blanda. Ad oggi non è noto quanto il bambino sia capace di diffondere le malattia nell’adulto, rappresentando un veicolo dell’infezione. Non esiste uno studio che stimi la diffusione dell’infezione in bambini e adolescenti senza sintomi. La rapida diffusione del virus in contesti come la Lombardia in cui è stato attuato un isolamento stretto, ha fatto ipotizzare che un’importante sede di contagio sia stata la famiglia. In tutte le famiglie in cui si sono avuti casi di contagio i bambini sono sicuramente venuti in contatto con il virus.
Studi sperimentali dimostrano che il virus COVID19 induce la formazione di anticorpi neutralizzanti e protettivi. Non ci sono ancora dati sulla durata della protezione garantita da questi anticorpi.
E’ importante capire quanti bambini e giovani senza alcun disturbo siano venuti in contatto con il virus e abbiano sviluppato anticorpi. Ciò è possibile estendendone il dosaggio anche a loro. Il risultato permetterà una stima di quanti giovani siano stati fonti inconsapevoli di contagio. 
La Fondazione di Andrologia Pediatrica e dell’Adolescenza sta per iniziare una raccolta fondi per uno studio sperimentale in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano per raccogliere rapidamente questi dati.
Ciò servirà sopratutto per valutare i rischi di portare in casa propria una nuova ondata di infezioni in autunno, in vista della riapertura dell’anno scolastico.  

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